Il gruppo teatro SPC di Coira vanta una lunga tradizione nelle presentazioni dialettali. Anche quest’anno ognuno ha saputo calarsi nella commedia, retta dall’inizio alla fine da una trama fatta di tanti piccoli e grandi stratagemmi e di momenti di ingenuità, al limite dell’esilarante. Risultato in breve: sorriso permanente stampato sulle labbra del pubblico, risate puntuali e sonore, momenti di tensione dovuti all’azione sorprendente, e, infine, pubblico partecipe e generoso.
La forza di ogni presentazione dipende sempre dalla personalità dei singoli attori. Questa massima vale anche per il Gruppo teatro SPC, che con «La dieta dal datur» trova conferma proprio nella spiccata capacità del singolo di calarsi nel ruolo.
Il personaggio chiave della presentazione, attorno al quale ruota ogni sequenza, è un manichino; ma non di materiale sintetico, bensì in carne e ossa. In questo difficile ruolo è entrato con bravura e agilità interpretativa Gian-Paolo Pozzy. Paola Menghini-Lanfranchi e Valerio Lanfranchi sono gli altri personaggi più presenti, capaci di tenere la scena, di scandire il ritmo dell’azione e di cogliere di sorpresa il pubblico. Antonio Godenzi si è messo nei panni del medico un po’ distratto e confusionario. Maria Zanolari-Marchesi e Urbano Crameri, in una gradevolissima simbiosi sentimentale, hanno saputo dare forma alla perfidia, sfociata infine in pura ingenuità. Poi, Annalisa Zala nel ruolo di cliente dichiaratamente insoddisfatta, Donata Sutter-Daguati in quello di dipendente fin troppo premurosa per la salute del suo superiore e Maria Donato-Janni, inebriata dagli effetti benefici dell’arte, hanno arricchito l’espressione scenica delle varie sequenze e dell’intera presentazione.
Visto che lo spettacolo di sabato scorso a Coira ha convinto, si sono create condizioni promettenti per le prossime esibizioni a Zurigo, Poschiavo (due volte), Brusio e Lugano.