“Un alpinista che non sogna almeno una volta di salire sul Cerro Torre, non credo che esista”, spiega Luca Godenzi, 38enne poschiavino, che all’appuntamento col sogno ci è arrivato il 6 gennaio scorso, dopo una salita complessiva di cinque giorni tra andata e ritorno.
Ai piedi del Cerro Torre, Luca ci era già stato nel 2010, ma allora le condizioni meteo gli avevano impedito anche soltanto di intravedere la montagna, costantemente avvolta nella tormenta. “Quando parti sei pieno di sogni e di aspettative, ma se le condizioni meteorologiche non ti permettono nemmeno di fare un tentativo, il tutto diventa molto frustrante. Dopo quella esperienza mi ero detto: mai più in Patagonia”. E, in effetti, l’alpinista di Poschiavo è stato di parola: in questi anni ha continuato a inanellare imprese, ma si è mantenuto distante dal Cerro Torre. Fino all’inverno scorso, quando una serie fortuita di coincidenze lo ha convinto a ritentare la “suerte” assieme a David Bacci, un alpinista di Varese con cui Luca non aveva mai scalato prima. “Con David è stato un appuntamento al buio”, scherza, “ma era un estraneo fino a un certo punto. La lista delle sue salite è di tutto rispetto ed ero certo di poter fare affidamento sulle sue capacità. Non avrei mai affrontato una salita come il Torre se non fossi stato sicuro”.