Si chiamano Christian Eggeberger, Sepp Troller, Andreas Eberhart, Ernst Sekkinger, Walther Hegglin e hanno una passione in comune: quella per i viaggi a bordo dei loro trattori d’epoca. Negli ultimi anni sono stati intercettati – anche con una certa facilità considerata la velocità con cui si muovono – sulle alpi francesi, a Garda, a Monaco, sulla Costa azzurra, e, udite udite, in Spagna.
Più modesta – si fa per dire – l’avventura che i cinque amici hanno programmato per quest’anno. Partiti mercoledì dai loro domicili – due di loro risiedono nella campagna zurighese, mentre gli altri tre provengono daalla zona di Brugg (AG) – hanno raggiunto dopo 180 kilometri di vibrazioni la ridente località di Küblis. Giovedì è stata la volta di affrontare il primo passo, il Flüela, e quindi subito anche il secondo, il nostro Bernina. Non ancora paghi i cinque baldi giovanotti – il più giovane conta 58 primavere sulle spalle, mentre il più anziano ne vanta 73 – hanno deciso di mettere alla prova i loro mezzi e le loro capacità inerpicandosi verso Viano per poi procedere fino a S. Romerio dove finalmente hanno potuto rilassare le loro membra.
Questa mattina, dopo aver fatto un'abbondante colazione, i cinque amici hanno nuovamente imboccato il Bernina e a seguire affronteranno il Maloja. Il programma prevede ancora l’ascesa verso Splüga dove cerceranno un comodo rifugio per la notte.
Domani il percorso prevede l’imbocco del San Bernardino e quindi, dopo aver toccato terra ticinese il ritorno nei Grigioni attraverso il passo del Lucomagno. La sosta per la notte è prevista a Vettis, una piccola località situata in una valle laterale che parte da Bad Ragaz.
Domenica, quindi, l’atto conclusivo che prevede l’ascesa molto tranquilla del Kerenzerberg e quindi il rientro al domicilio.
«La nostra è una passione molto forte – ci spiega Christian Eggenberger, 73 anni e coordinatore del viaggio –. I trattori che vedete sono tutti di nostra proprietà. Li abbiamo restaurati con le nostre mani e andiamo molto fieri del nostro lavoro. Ma la nostra intenzione non era quella di trasformarli in pezzi da museo. Noi volevamo continuare a farli vivere. È per questo motivo che ci dilettiamo a compiere viaggi in loro compagnia. È un po’ come offrirgli una seconda vita dopo quella dura nei campi».
Manco a dirlo, fra i cinque amici ve n’è uno che conosce bene la nostra testata. «Siete de Il Grigione Italiano?» mi chiede. Sorpreso che qualcuno di loro conoscesse il nostro giornale confermo il suo assunto. «Mia madre era una Pianta di Cavaglione, conosco bene il vostro giornale, era sempre presente a casa mia».
Con queste parole e con la sopresa ancora dipinta sul mio volto i 5 mettono in moto i motori e si apprestano a continuare la loro avventura. Ancora solo il tempo di fare un foto di gruppo ed eccoli già transitare sotto «al Volt» salutando con la mano la Valposchiavo.
Buon viaggio amici, godetevelo!